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Studi di settore per Partita Iva: abolizione 2016 e conseguenze

Un vero e proprio incubo per i possessori di Partita Iva, che oggi almeno da questo punto di vista potranno tirare un sospiro di sollievo: gli studi di settore. Quelle analisi condotte in base a settore economico, attività di appartenenza, posizione geografica, andamento della domanda e concorrenza che indicano quanto divrebbe guadagnare ipoteticamente il contribuente oggetto di tali studi. Se il reddito dichiarato risulta difforme da queste stime ecco che si procede a controlli di congruità e coerenza in rapporto alle stime emerse. Finalmente tra le novità fiscali per il 2016 si prospetta l’abolizione degli studi di settore con importanti conseguenze per i professionisti.

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L’abolizione degli studi di settore per il 2016 e le novità che ne conseguono

L’ipotesi è che gli studi di settore potrebbero essere aboliti per circa 800mila professionisti con compensi medi dichiarati pari a 75mila euro, e con un reddito di lavoro autonomo pari a circa 42mila euro annui. Ma le novità fiscali non si fermano qui: infatti si procederà con una serie di semplificazioni fiscali come l’acceleratore per la fatturazione elettronica e l’invio telematico delle fatture in entrata ed uscita. Tutte procedure che va da sé andranno a semplificare notevolmente la fase della dichiarazione dei redditi. Nella migliore delle ipotesi dunque niente più studi di settore da allegare al modello unico: una novità importante per tecnici quali commercialisti, revisori, avvocati, consulenti del lavoro, geologi che usufruiranno di questo snellimento burocratico.

Cosa cambia per il regime dei minimi 2016?

Come è noto la Legge di Stabilità di inizio anno ha sostituito al vecchio regime dei minimi il nuovo cosiddetto forfettario. I professionisti che hanno aderito nel 2016 e avviato attività di piccole dimensioni possono usufruire di un regime agevolato che prevede la tassazione del 5% per i primi cinque anni (che in seguito passa al 15%, stante la situazione attuale). Non esiste più il limite d’età fissato in precedenza ai 35 anni per poter aderire ma scatta solo un limite di reddito: rientrano in questo nuovo regime forfettario i dipendenti ed i pensionati con reddito non superiore a 30mila euro ed i professionisti che ricavano 15mila euro.

Dunque a tutti coloro che aderiscono al nuovo regime forfettario 2016 viene garantito l’esonero da Irap e Irpef, quello per le addizionali e  per l’Iva. Non vi è obbligo di tenere i registri contabili né di essere sottoposti agli studi di settore.

Un’abolizione (o comunque una revisione ormai inevitabile) che dovrebbe condurre il contribuente in un percorso di semplificazione dei controlli che passa anche per un uso ottimizzato delle tecnologie  a disposizione. Questo si tradurrà in una possibilità per gli autonomi di ottenere la dichiarazione Iva precompilata e un vero e proprio “archivio” in cui saranno disponibili in rete tutte le informazioni su rimborsi e versamenti delle partite Iva.

Per ogni informazione è possibile consultare lo speciale per professionisti e aziende o contattare gli esperti di Okvisure per un confronto immediato direttamente tramite la chat online.

 

 

By | 2017-02-10T19:07:23+00:00 marzo 4th, 2016|Notizie|0 Comments

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