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Rendita catastale: quali sono le novità per Imu, Tasi e Tari 2016?

La Legge di stabilità 2016 ha confermato le novità riguardanti Imu e Tasi per il nuovo anno,  soprattutto per quanto riguarda la prima casa. Scompare la rendita catastale per macchinari e impianti  “imbullonati” al suolo, vale a dire fissati sui terreni agricoli (che invece la mantengono). Ma quali sono le novità da conoscere su Imu e Tasi per il 2016? E quali dati sono necessari per chi si appresta a calcolarli per la prima volta?

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Novità Imu e Tasi 2016, la base di calcolo è la rendita catastale

Imu e Tasi come è noto non riguardano solo l’abitazione principale ma anche la seconda casa, locali commerciali di proprietà e immobili eventualmente in affitto. Ciò che ad oggi rappresenta una novità è la decisione da parte del Governo Renzi di abolire la tassazione sulla prima casa e l’unico aspetto ancora da definire con certezza è se questo  rimanga confermato per ogni casa, anche quelle di lusso, le ville, i palazzi e i castelli. Nel frattempo scompare l’onere di pagare l’Imu per i terreni agricoli e i possessori di “imbullonati”, che quindi non faranno più parte della rendita catastale dell’immobile (che rimane invece sul suolo).

Anche la Tasi subisce delle variazioni e scompare del tutto per la prima casa e gli inquilini, a meno che non siano già proprietari di una prima abitazione. Tra le novità di questi ultimi giorni avanza l’ipotesi di abolire la Tasi e l’Imu anche per le case che vengono date in comodato ai figli (o comunque familiari di primo grado) e della Tasi sull’appartamento risultante come “seconda casa” per i padri separati che escono dal tetto coniugale.

 

Se per il calcolo della Tari ormai si dovranno prendere in considerazione solo i metri quadrati attribuiti a partire dal 9 novembre 2015 a tutti gli immobili italiani a destinazione ordinaria, i vani rimangono comunque la base di calcolo per la rendita catastale. Quest’ultima rimane il punto di partenza per coloro che sono soggetti a Imu (basti pensare a seconde case e locali commerciali) e che devono essere in possesso di questi dati per poter procedere al calcolo.

Il documento di base che racchiude ogni genere d’informazione “fisica” sul proprio immobile è la visura catastale, che da questo momento oltre ai dati classici ora dovrà riportare anche la superficie espressa in metri quadrati (intesi come totali e ad esclusione delle aree scoperte).

È importante ottenere una visura catastale e conoscere la rendita catastale dell’immobile di proprietà non solo però per poter calcolare l’ammontare delle tasse da pagare ma anche per determinare imposte e tasse in fase di compravendita o permuta, donazione o successione.  La conoscenza della rendita catastale risulta utile non solo per quanto riguarda il proprietario dell’immobile ma ad esempio in caso di compravendita anche per l’acquirente che in questo modo può già effettuare una previsione di spesa sulle tasse da pagare in futuro. Una volta effettuato l’acquisto la rendita catastale sarà utile nel caso di compilazione del modello ISEE  e sarà bene richiedere una visura catastale per poter verificare che il nome del proprietario sia stato effettivamente modificato in proprio favore e in modo corretto.

By | 2017-02-10T17:22:53+00:00 gennaio 25th, 2016|Casa|0 Comments

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